venerdì 2 marzo 2012

I cereali nella dieta del gatto

I cereali sono un pilastro per l’uomo da millenni. La coltivazione delle graminacee e l’uso dei cereali nella nostra dieta – fonte importante di energia e nutrimento – ha permesso una spinta nell’evoluzione dell’uomo.
I gatti sono animali domestici altamente influenzati dalla società umana. Condividiamo con loro le nostre vite, la nostra casa e anche il nostro cibo. Tuttavia, se vogliamo capire qualcosa in più dei suoi bisogni alimentari dobbiamo guardare a lui così come viveva nel suo stato naturale e non come parte della nostra civiltà e al cibo che si è adattato a mangiare. [...]
I sostenitori dei cereali nella dieta felina argomentano la loro convinzione dicendo che questo cibo è parte della dieta naturale del gatto poiché è presente nello stomaco dei roditori e degli uccelli, che sono le sue prede. Tuttavia queste specie hanno introdotto i cereali nella loro dieta circa 10000 anni fa e solo grazie alla presenza dell’uomo. La vera dieta naturale dei roditori e degli uccelli non è basata sui cereali ma bensì su insetti, frutta, verdura e qualche seme. Inoltre questi animali si nutrono di semi solo stagionalmente ed una grande percentuale di questi è composta da semi oleosi e frutta secca.

Lo stomaco di un topo rappresenta solo il 5-9% del suo peso totale: perciò il totale dei cereali nella dieta dela gatto, secondo questo ragionamento, non dovrebbe superare questa percentuale.

Agli albori del genere umano i cereali non erano un cibo naturale per l’uomo, però lo abbiamo adattato come un pilastro importante della nostra dieta. Il gatto si può adattare? Si e no. La semplice differenza tra uomo (onnivoro) e gatto (carnivoro obbligato) rende impossibile per l’organismo del  gatto scomporre qualsiasi tipo di materia vegetale. La digestione dei carboidrati e della cellulosa delle piante inizia all’interno della bocca. Le sostanze vegetali sono sminuzzate, nell’uomo, grazie alla masticazione e dal lavoro degli enzimi, allo scopo di scomporle sia dal punto di vista fisico che da quello chimico. I gatti non hanno i molari e non hanno la capacità di masticare o macinare il cibo. Inoltre non producono gli enzimi necessari per scomporre la cellulosa e l’amido dei vegetali. Il tratto digestivo del gatto è molto più corto, in proporzione, di quello umano ed è progettato per avere a che fare con cibo di origine animale altamente digeribile. La materia vegetale ingerita passa per il tratto digestivo del gatto totalmente “illesa” poiché i succhi gastrici del gatto sono sì potenti, ma non sono progettati per scomporla e fermentarla. I gatti, essendo esseri estremamente intelligenti, hanno adattato in molti modi la loro vita attorno a quella dell’uomo. Nonostante il loro fisico gli imponga di essere dei carnivori obbligati hanno imparato a mangiare anche altro cibo oltre alle loro prede usuali. Ma si sono adattati dal punto di vista fisico?

Nonostante i cereali possano essere resi digeribili dal gatto tramite la loro lavorazione e cottura, la domanda che dobbiamo porci non è se i gatti possono averli come parte della loro dieta ma bensì se sia giusto che essi li debbano avere.

Le aziende che producono petfood utilizzano ampiamente i cereali nei propri prodotti. I cereali non vengono aggiunti al cibo per il loro valore nutrizionale ma bensì per il loro basso costo. I cereali “riempiono” il cibo e forniscono una fonte di energia a basso costo: i carboidrati. Il problema è che il gatto trasforma un’ampia porzione di proteine della dieta (gli aminoacidi glicogeni) in glucosio per produrre energia ed un eccesso di glucosio proveniente dai carboidrati viene immagazzinato come grasso corporeo.

Ecco cosa dicono alcuni testi specialistici:

 The Cornell Book of Cats: “Nonostante i carboidrati compongano circa il 40% del cibo secco industriale, questi non sono necessari per la dieta del gatto. Infatti i gatti vivono benissimo seguendo diete libere da cereali e prendono l’energia a loro necessaria esclusivamente da altre fonti. I carboidrati sono inclusi come una delle fonti di energia e per dare struttura e forma al cibo secco per gatti.

The Merck Veterinary Manual: “I carboidrati sono una fonte di energia a basso costo rispetto ai grassi o alle proteine. (…) Nel gatto, i carboidrati sono in modo evidente una parte non essenziale della dieta felina poiché i grassi e le proteine forniscono gli aminoacidi glicogeni e il glicerolo. (…) Sia nel gatto che nel cane, se gli amidi non vengono cotti possono essere digeriti con difficoltà e possono provocare flatulenza e diarrea.

The Well Cat Book: “I carboidrati (zuccheri, amidi e cellulosa) non sono necessari nella dieta del gatto. I carboidrati digeribili (zuccheri e amidi), tuttavia, possono essere utilizzati come fonte di energia, producendo 3,5 calorie per ogni grammo consumato. Cuocere o macinare le fonti dei carboidrati (ad esempio cereali, patate, vegetali) migliora il loro utilizzo e permette all’industria del petfood di formulare cibo secco e umido basato su prodotti vegetali che rappresentano una parte veramente minima della dieta naturale del gatto.
I carboidrati non sono necessari nella dieta del gatto. Se includiamo una grande quantità di cereali nella loro dieta, molte sostanze nutritive essenziali vengono rimpiazzate da una fonte di calorie a basso costo non necessarie.

L’assunzione di carboidrati è la causa principale di obesità nel gatto.

E’ inoltre causa di indigestione, vomito, diarrea, infiammazioni dell’intestino e alcuni casi di alopecia bilaterale auto-indotta (toelettatura eccessiva) nel gatto. Una grande quantità di zuccheri (e qualsiasi quantità di zucchero non è la norma per il gatto) fa sì che il sistema endocrino lavori troppo e funzioni male predisponendo il gatto al rischio di pancreatite e diabete.

Questa nota è il risultato della traduzione dall'inglese di un articolo di Natascha Wille, esperta di alimentazione felina.

Tratto e liberamente tradotto da http://rawmeatcatfood.com/2010/08/16/grain/



Bobby e una pagnotta rubata!

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